Il pericolo nascosto nei casinò: Come la Corea del Nord sfrutta l’industria del gioco per aggirare le sanzioni internazionali

22 Settembre 2024

Criminalità, criptovalute e proliferazione nucleare: cosa succede davvero dietro le luci scintillanti dei casinò?

Quando pensiamo ai casinò, immaginiamo luoghi di svago, sfarzo e grandi vincite. Tuttavia, dietro le quinte di questo mondo scintillante si nasconde una realtà inquietante. Alcuni attori, in particolare la Corea del Nord, hanno sfruttato l’industria del gioco d’azzardo per aggirare le sanzioni internazionali, riciclare denaro e finanziare il loro programma di armi di distruzione di massa. L’uso delle criptovalute ha ulteriormente complicato la situazione, creando un mercato globale illecito che sfugge ai controlli tradizionali. Ma come fanno esattamente? E cosa possono fare le diverse giurisdizioni per fermare questa minaccia crescente?

Il Royal United Services Institute (RUSI) è uno dei più antichi e prestigiosi think tank di sicurezza e difesa al mondo, fondato nel 1831. La sua missione è fornire analisi indipendenti e approfondite per affrontare le sfide più complesse della sicurezza globale. Con sede nel Regno Unito, il RUSI svolge un ruolo cruciale nel guidare il dibattito pubblico e politico su questioni legate alla sicurezza internazionale, influenzando decisioni politiche con la sua ricerca innovativa.

Il report del RUSI su cui ci concentriamo oggi si occupa in particolare del ruolo delle criptovalute nell’industria dei casinò e di come queste siano diventate un mezzo per eludere sanzioni internazionali, in particolare da parte della Corea del Nord.

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L’uso delle criptovalute nel settore dei casinò

Le criptovalute hanno cambiato profondamente il panorama finanziario globale, e non solo in positivo. In particolare, il report evidenzia come la Corea del Nord sfrutti la mancanza di regolamentazione sulle criptovalute per riciclare denaro sporco e finanziare attività illecite, come lo sviluppo di armi di distruzione di massa. La natura decentralizzata e anonima delle criptovalute, come Bitcoin o Tether, permette di effettuare transazioni transfrontaliere difficili da tracciare, un vantaggio enorme per chi opera ai margini della legalità.

Nel contesto dei casinò, le criptovalute vengono utilizzate per aggirare le tradizionali verifiche anti-riciclaggio. Gli operatori di junket, che organizzano viaggi e prestiti per i giocatori d’azzardo di alto livello, accettano spesso criptovalute per garantire discrezione e velocità nelle transazioni. Questo rende estremamente difficile per le autorità monitorare l’origine del denaro e individuare possibili legami con attività illecite.

Un esempio concreto fornito dal report riguarda come la Corea del Nord utilizzi le criptovalute nei junket, trasferendo fondi in modo nascosto attraverso transazioni peer-to-peer. Questo metodo consente di aggirare i controlli dei casinò stessi, rendendo più complesso identificare le connessioni con attività criminali.

Secondo il report del RUSI, la scoperta di queste attività illecite legate all'uso delle criptovalute nel settore dei casinò è stata resa possibile grazie a indagini finanziarie approfondite e all’uso di strumenti di analisi blockchain. Il documento spiega che, nonostante l'anonimato delle criptovalute, la loro natura pseudonima permette, con le giuste tecnologie, di tracciare le transazioni e collegare i fondi a determinate attività sospette.

Uno degli esempi più rilevanti citati nel report riguarda il furto da 80 milioni di dollari ai danni della Banca Centrale del Bangladesh nel 2016, in cui hacker nordcoreani hanno sottratto ingenti somme di denaro attraverso una sofisticata operazione informatica. Dopo il furto, una parte del denaro è stata trasferita nelle Filippine tramite operatori junket, e proprio in questo contesto sono emerse transazioni in criptovalute. Grazie all'uso di documenti d’identità falsi e conti bancari intestati a terzi, i criminali sono riusciti a spostare fondi tra vari casinò e junket, rendendo ancora più complesso il tracciamento.

Le autorità hanno potuto rintracciare le transazioni sospette principalmente grazie alla cooperazione internazionale tra le forze dell’ordine e l’uso di strumenti di analisi blockchain che permettono di visualizzare i flussi di criptovaluta. Tali strumenti aiutano a risalire ai portafogli digitali utilizzati, seguendo il percorso del denaro attraverso transazioni peer-to-peer che, pur non essendo anonime, richiedono un alto livello di competenza tecnica per essere comprese e ricostruite. Questo processo ha svelato che le criptovalute venivano usate per trasferire fondi tra diversi paesi, nascondendo l'origine illegale del denaro.

Inoltre, attraverso interviste con esperti del settore, inclusi regolatori di casinò e specialisti di antiriciclaggio, gli investigatori sono riusciti a collegare le attività di alcuni junket direttamente a operazioni legate alla Corea del Nord. Tali junket, operando in maniera opaca e al di fuori dei normali canali finanziari, si sono rivelati perfetti per spostare criptovalute provenienti da operazioni illecite. La combinazione di indagini tradizionali e tecnologie avanzate ha permesso di individuare una rete di operatori che agivano in vari paesi, facilitando il riciclaggio di fondi per il regime nordcoreano.

L'uso di dati di transazioni blockchain, insieme alla raccolta di informazioni tramite fonti aperte e confidenziali, ha dunque fornito un quadro chiaro di come la Corea del Nord riesca a evadere le sanzioni internazionali utilizzando casinò e criptovalute per finanziare attività illecite.

Il report del RUSI conclude evidenziando come arginare questo fenomeno sia una sfida complessa ma possibile, a patto che vengano adottate misure mirate. Per contrastare efficacemente l'uso illecito delle criptovalute nei casinò e la proliferazione di attività legate alla Corea del Nord, è necessario che i governi e le autorità internazionali cooperino in modo più stretto e proattivo.

Un primo passo fondamentale è rafforzare le regolamentazioni all'interno dei casinò, sia fisici che online, per garantire che ogni transazione venga monitorata con attenzione. Gli operatori del settore devono essere tenuti a effettuare controlli approfonditi sui propri clienti, identificando l'origine dei fondi utilizzati. Ciò significa che i casinò dovrebbero attuare pratiche più rigorose di "know your customer" (KYC), specialmente nei confronti degli operatori junket e dei clienti che usano criptovalute.

Inoltre, l'uso delle criptovalute deve essere inserito in un quadro normativo più solido. Le autorità dovrebbero imporre limiti alle transazioni e ai tipi di criptovalute accettate nei casinò, monitorando in modo più efficace le attività che avvengono all'interno di questi contesti. Le tecnologie di analisi blockchain devono diventare parte integrante del lavoro degli investigatori finanziari, consentendo di tracciare meglio i movimenti di denaro digitale e identificare eventuali connessioni con attività illecite.

La collaborazione internazionale è cruciale per fermare il flusso di denaro illecito tra giurisdizioni. Il report sottolinea che nessun paese può affrontare questa minaccia da solo: i criminali sfruttano le lacune legali e i vuoti di regolamentazione presenti in diverse parti del mondo. Per questo motivo, è essenziale che le forze dell’ordine, le agenzie governative e le autorità di regolamentazione dei casinò collaborino e condividano informazioni per bloccare queste operazioni a livello globale.

Infine, la creazione di norme specifiche per l'uso delle criptovalute nei casinò, come l'adozione di sistemi di tracciamento obbligatori, potrebbe ridurre il rischio di abuso. Solo attraverso un’azione congiunta e regolamentazioni più severe si potrà arginare l'uso illecito dei casinò e delle criptovalute come strumenti per finanziare attività criminali, come quelle della Corea del Nord.

Questa lotta richiederà tempo e risorse, ma come sottolinea il report, è un passo fondamentale per proteggere la stabilità economica globale e prevenire che fondi illeciti continuino a essere utilizzati per fini pericolosi e destabilizzanti.

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