Queste presunte violazioni sono legate a pratiche ingannevoli nella presentazione delle informazioni, mancanza di trasparenza nella pubblicità e limitazioni nell'accesso ai dati per i ricercatori.
In primo luogo, la Commissione ha evidenziato come X gestisce l'interfaccia per gli account verificati. Attualmente, chiunque può ottenere lo stato di "verificato" semplicemente pagando una quota. Questo metodo non segue le pratiche standard del settore e può ingannare gli utenti sulla reale autenticità degli account e dei contenuti che visualizzano. La Commissione ha sottolineato che ci sono prove di attori malintenzionati che sfruttano questa funzionalità per ingannare gli utenti.
Un altro problema rilevato riguarda la trasparenza della pubblicità. La piattaforma X non fornirebbe un archivio pubblicitario facilmente ricercabile e affidabile. Questo creerebbe ostacoli alla supervisione e alla ricerca indipendente sulle pratiche pubblicitarie. In particolare, il design attuale non consentirebbe una supervisione adeguata e impedisce di monitorare come la pubblicità influisce sugli utenti.
Infine, la Commissione ha criticato X perché non fornirebbe l'accesso ai dati pubblici ai ricercatori indipendenti, come richiesto dal DSA. Attualmente, X starebbe impedendo l'accesso diretto ai dati attraverso tecniche come lo scraping e richiede ai ricercatori di pagare tariffe elevate per utilizzare la sua API. Questo renderebbe difficile per i ricercatori condurre studi e analisi, limitando la trasparenza e la comprensione delle dinamiche della piattaforma.
La Commissione Europea ha avviato un processo di consultazione con X, permettendo alla piattaforma di presentare le proprie difese. Se le violazioni verranno confermate, X potrebbe affrontare sanzioni significative, inclusa una multa fino al 6% del fatturato globale e ulteriori penalità fino a quando non si conformerà alle normative.
Il contesto di queste indagini si inserisce in un quadro più ampio. X è stata designata come una Piattaforma Online Molto Grande (VLOP) il 25 aprile 2023, e già nel dicembre 2023, la Commissione aveva avviato indagini formali per valutare possibili violazioni del DSA.
