Secondo una ricerca pubblicata su "Nature", negli ultimi anni, la Grande Barriera Corallina ha subito eventi di sbiancamento di massa dei coralli a causa delle elevate temperature della superficie del mare (SST). Le temperature estreme registrate tra gennaio e marzo del 2024, 2017 e 2020 sono state le più alte degli ultimi 400 anni, superando i limiti di incertezza del 95° percentile rispetto ai massimi pre-1900. Gli eventi del 2016, 2004 e 2022 sono stati i successivi più caldi, superando il 90° percentile. L'analisi dei modelli climatici conferma che l'influenza umana sul sistema climatico è responsabile del rapido riscaldamento degli ultimi decenni. Senza un intervento urgente, la Grande Barriera Corallina rischia di affrontare temperature che potrebbero causare sbiancamento dei coralli quasi annuale, con conseguenze negative per la biodiversità ed i servizi ecosistemici.
Questi eventi di sbiancamento di massa sono una risposta diretta al riscaldamento globale, fortemente influenzato dalle attività umane. L'analisi dei modelli climatici ha confermato che il rapido aumento delle temperature degli oceani è dovuto principalmente alle emissioni di gas serra causate dall'uomo. Questo aumento delle temperature ha avuto un impatto devastante sulla GBR, portando a gravi episodi di sbiancamento e mortalità dei coralli.
Le previsioni per il futuro della GBR sono allarmanti. Se non si interviene rapidamente per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare i cambiamenti climatici, la barriera corallina potrebbe subire sbiancamenti di massa su base quasi annuale. Questo metterebbe a rischio non solo la biodiversità dei coralli, ma anche l'ecosistema marino nel suo complesso, compromettendo i servizi ecosistemici che la barriera fornisce, come la protezione delle coste e il sostentamento della pesca locale.
Gli episodi di sbiancamento del passato hanno già mostrato un declino significativo nei tassi di calcificazione dei coralli e un aumento degli attacchi della stella corona di spine (Acanthaster spp.), una specie invasiva che contribuisce alla distruzione dei coralli. Inoltre, eventi climatici estremi come cicloni tropicali e fenomeni El Niño hanno aggravato la situazione, rendendo i coralli ancora più vulnerabili.
Gli scienziati hanno esaminato i recenti eventi di alte temperature della superficie del mare (SST) nella regione della Grande Barriera Corallina (GBR) nel contesto degli ultimi quattro secoli. Utilizzando una rete di 22 serie di termometri paleotermici (Sr/Ca e δ18O) ricavati dai coralli situati dentro e vicino al Mar dei Coralli, sono state inferite le anomalie medie spaziali delle SST per il periodo gennaio-marzo, i mesi in cui le temperature sono al massimo e lo sbiancamento termico è più probabile .
La ricostruzione delle SST del Mar dei Coralli dal 1618 al 1995 ha esteso i dati strumentali di un secolo indietro nel tempo di ulteriori tre secoli. Questa ricostruzione ha mostrato che la variabilità della SST su scala multi-decennale è stata una caratteristica persistente in passato. Su scala secolare, c'è stata una relativa stabilità prima del 1900, ad eccezione delle temperature più fresche prevalenti nel 1600. Il riscaldamento durante l'era industriale è diventato evidente dall'inizio del 1900 .
Le temperature degli ultimi anni hanno superato significativamente le medie pre-1900, con eventi estremi che hanno portato a gravi episodi di sbiancamento di massa dei coralli. Ad esempio, le SST medie da gennaio a marzo nel 2016, 2017, 2020, 2022 e 2024 erano rispettivamente di 1,50 °C, 1,54 °C, 1,53 °C, 1,46 °C e 1,73 °C sopra la media ricostruita per il periodo 1618-1899. Questi anni di sbiancamento di massa sono stati cinque dei sei anni più caldi che la regione abbia mai vissuto negli ultimi 400 anni.
Per capire quanto le attività umane abbiano influenzato le temperature della superficie del mare (SST) nel Mar dei Coralli, gli scienziati hanno utilizzato simulazioni di modelli climatici della sesta fase del Coupled Model Intercomparison Project (CMIP6). Queste simulazioni comprendono due esperimenti principali:
Le variazioni climatiche naturali, come le eruzioni vulcaniche e la variabilità solare, sono incluse in entrambi gli esperimenti.
I risultati delle simulazioni mostrano chiaramente che solo includendo le influenze antropiche i modelli riescono a spiegare il riscaldamento osservato delle SST nel Mar dei Coralli negli ultimi decenni. I dati delle simulazioni storiche mostrano tendenze significative di riscaldamento di 0,05 °C, 0,10 °C e 0,15 °C per decennio rispettivamente dai periodi 1900-2014, 1950-2014 e 1970-2014. Al contrario, le tendenze degli esperimenti naturali sono molto più piccole, nell'ordine di ±0,01 °C per decennio.
Per esplorare le tendenze su scala centennale, è stato utilizzato un insieme di bootstrap delle due serie di simulazioni per il periodo 1850-2014. È emerso che il 100% delle simulazioni storiche ha tendenze positive significative per il periodo 1900-2014, mentre questo valore è 0% per le simulazioni naturali. La media delle SST per il periodo 2016-2024 è risultata più calda di qualsiasi sequenza di nove anni simulata negli esperimenti naturali.
L'analisi ha mostrato che l'influenza antropica sulle SST del Mar dei Coralli è diventata distinguibile dalla variabilità naturale a partire dal 1960, con un rapporto segnale-rumore che supera 1,0 nel 1976, 2,0 nel 1997 e raggiunge circa 2,8 entro il 2014. Questo indica che gli impatti antropici sul clima sono quasi certamente il principale fattore del riscaldamento a lungo termine osservato nel Mar dei Coralli.
Le serie di dati multi-secolari sono cruciali per comprendere le tendenze a lungo termine delle SST e il loro impatto sugli ecosistemi marini. I dati ricavati dai coralli offrono una visione continua del clima durante l'era industriale e permettono di contestualizzare meglio le tendenze moderne rispetto alla variabilità naturale su scala secolare. Le conclusioni tratte dalle ricostruzioni basate sui dati dei coralli indicano chiaramente l'eccezionalità delle temperature estreme recenti nel contesto degli ultimi 400 anni.
E' necessario un intervento urgente e coordinato a livello globale per affrontare le cause del cambiamento climatico. Senza azioni immediate per ridurre le emissioni di gas serra, migliorare la qualità dell'acqua e gestire meglio l'uso del territorio, la GBR potrebbe perdere gran parte della sua eccezionale biodiversità e del suo valore universale.
Le autorità australiane e internazionali sono chiamate a prendere decisioni cruciali per salvaguardare questo patrimonio naturale. Le azioni includono la riduzione delle emissioni, l'implementazione di pratiche di pesca sostenibili, il controllo delle specie invasive e la protezione delle aree marine. Solo attraverso un impegno globale sarà possibile preservare la Grande Barriera Corallina per le future generazioni.