Mentre i soccorritori continuano a lottare contro il tempo per portare aiuto alle popolazioni colpite, si intensifica la polemica sulla risposta della Generalitat Valenciana, accusata di ritardi e inadeguatezza nella gestione dell'emergenza.
L'allerta della Generalitat Valenciana, inviata automaticamente sui cellulari alle 20:12 di martedì, è arrivata quando centinaia di persone erano già intrappolate nelle loro auto, nelle case allagate e nei centri commerciali. Scene di panico e disperazione si sono susseguite per tutta la notte, in particolare nelle comarche de la Ribera e de l'Horta Sud, le più colpite dall'ondata di maltempo. L'accusa rivolta alla Generalitat è di aver sottovalutato la gravità della situazione e di aver reagito in ritardo, nonostante le previsioni meteo avessero emesso un'allerta rossa con "pericolo estremo" già dalla mattinata.
Secondo alcune fonti vicine alla gestione delle emergenze, la convocazione del Centro di Coordinamento Operativa Integrada (Cecopi), l'organismo responsabile della coordinazione degli interventi, è avvenuta con colpevole ritardo da parte della consellera de Justicia, Salomé Pradas. Mentre l'acqua iniziava ad invadere le strade e i fiumi a straripare, i cittadini si sono sentiti abbandonati a se stessi, con un senso di crescente rabbia e frustrazione.
Le critiche alla Generalitat si concentrano sulla figura del presidente Carlos Mazón, accusato di aver minimizzato il rischio e di non aver adottato tempestivamente le misure necessarie per proteggere la popolazione. In una conferenza stampa tenuta alle 13 di martedì, quando la tempesta si stava già abbattendo sulla provincia, Mazón aveva rassicurato i cittadini affermando che il maltempo si sarebbe spostato verso la Serranía de Cuenca e che l'intensità sarebbe diminuita nel pomeriggio. Questa dichiarazione, in contrasto con gli allarmi lanciati da Aemet, l'agenzia meteorologica spagnola, ha alimentato l'indignazione popolare.
Il sistema di emergenza ha mostrato evidenti falle, con il numero 112, il servizio di emergenza della Generalitat, andato in tilt per l'eccessivo numero di chiamate. Mentre i cittadini cercavano disperatamente aiuto, le linee telefoniche erano intasate e i tempi di attesa si allungavano, creando ulteriore panico e frustrazione. A peggiorare la situazione, la Generalitat ha eliminato all'inizio del suo mandato la Unidad Valenciana de Emergencias, un servizio specializzato nella gestione delle crisi. Questa decisione, definita una "ocurrencia" (trovata) ereditata dal precedente governo di Ximo Puig, è stata duramente criticata alla luce della tragedia.
La tragedia della DANA ha scatenato una tempesta di polemiche anche sui social media, dove l'hashtag #DANAValencia è diventato virale, raccogliendo testimonianze, denunce e accuse contro la Generalitat. L'account Twitter AMETSE, dedicato alle previsioni meteo, ha puntato il dito contro la decisione di mantenere aperte autostrade, zone industriali e centri commerciali nonostante gli avvisi di pericolo, sottolineando la responsabilità delle autorità nella gestione dell'emergenza. "Ante una DANA como esta hay algo que puede proteger vidas: que la gente no salga de casa y esa labor no corresponde a quienes lanzan avisos meteorológicos sino a quienes están encargados de salvaguardar el bienestar de la población", si legge in uno dei tweet di AMETSE.
Il bilancio provvisorio delle vittime, che al momento si aggira intorno ai 200 morti, supera di gran lunga quello della pantanada di Tous del 1982, una tragedia che ha segnato la storia della Comunità Valenciana. L'ombra di Tous si allunga sulla DANA, con l'accusa che a distanza di 42 anni le lezioni del passato non siano state apprese. Andrés Boix, professore di Diritto all'Universitat de València, ha definito la gestione dell'emergenza "tercermundista" (terzomondista), paragonandola a quella delle autorità franchiste durante la riada del 1957, quando la popolazione non fu avvertita del pericolo imminente.
Mentre la provincia di Valencia piange le sue vittime e si interroga sulle cause di questa tragedia, la polemica sulla risposta della Generalitat si intensifica. Partiti di opposizione, sindacati e cittadini chiedono a gran voce che vengano accertate le responsabilità e che si faccia chiarezza sui ritardi e sulle omissioni che hanno aggravato la situazione. L'ombra di una possibile inchiesta giudiziaria si allunga sulla vicenda, mentre la Generalitat si difende dalle accuse, ribadendo di aver agito tempestivamente e con la massima attenzione alla sicurezza dei cittadini. Il futuro resta incerto, con la paura di nuove ondate di maltempo e la consapevolezza che la tragedia della DANA ha messo a nudo la fragilità del sistema di prevenzione e gestione delle emergenze nella Comunità Valenciana.