Strategie di propaganda e disinformazione nelle community filorusse in Italia

11 Giugno 2024

Analisi dettagliata di gruppi, piattaforme, narrazioni e tattiche di manipolazione

Nella continua indagine sulla disinformazione filorussa in Italia, il recente studio di Luiss Data Lab si concentra sulle attività di propaganda riguardanti la guerra in Ucraina. Partendo dalle piattaforme Telegram, Twitter e Facebook, la ricerca ha seguito il modello di Investigative Digital Ethnography delineato da Brian Friedberg, che combina tecniche giornalistiche e forensi con l'osservazione etnografica tradizionale. Attraverso un campione di influencer e gruppi attivi, è stato possibile tracciare le principali dinamiche di disinformazione, mappando le interazioni e le strategie comunicative.

Punti chiave emersi dall'analisi dati

Dalla ricerca empirica svolta, sono emerse diverse osservazioni significative riguardanti la diffusione della disinformazione in Italia.

I gruppi che diffondono campagne di disinformazione dimostrano una notevole organizzazione sia dal punto di vista tecnico che infrastrutturale. Essi costruiscono vere e proprie reti digitali, basate principalmente su pagine e account social, che si estendono poi a una serie di siti internet, aggregatori di notizie, banche dati, canali di disinformazione alternativa, blog e forum.

Durante il ciclo di ricerca 2022/2023, è emerso che i blog stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nelle infrastrutture di disinformazione. Questo cambiamento sembra essere una risposta alle misure anti-disinformazione implementate dalle piattaforme e alle nuove normative internazionali. I blog rimangono infatti uno dei pochi spazi online che non sono soggetti a moderazione o censura.

Le infrastrutture di disinformazione sono gestite da agenti della disinformazione, o "disinfluencers", che includono influencer e personalità pubbliche. Questi disinfluencers sono supportati da un esercito di follower fedeli, la cui collaborazione e partecipazione attiva sono essenziali per la diffusione e il mantenimento di queste infrastrutture nel tempo.

Non tutte queste infrastrutture funzionano allo stesso modo. In particolare, i canali multitematici, che diffondono narrazioni di disinformazione su vari argomenti, si distinguono dai canali specializzati che si concentrano su un unico tema. I canali multitematici seguono il ciclo delle news e, dal febbraio 2022, si sono concentrati sul conflitto tra Russia e Ucraina. Al contrario, i canali specializzati hanno continuato a trattare temi specifici, come i vaccini. Questo quadro dipinge un pubblico non solo coinvolto nella produzione di disinformazione, ma anche abituato a dialogare e a creare significato basandosi su una retorica disonesta e sensazionalista.

I canali multitematici si sono dimostrati particolarmente efficaci nel diffondere disinformazione in modo continuativo alle loro audience. Essi sviluppano narrazioni di crossover, che collegano notizie false o tendenziose su più temi, rafforzandole attraverso una narrazione continua e coerente. Un esempio significativo emerso nel ciclo di ricerca 2021/2022 è la narrazione riguardante i "biolabs" in Ucraina, che legava disinformazione sul Covid-19 al conflitto in Ucraina.

Molti dei disinfluencers che attivano e diffondono queste infrastrutture appartengono a categorie professionali come avvocati, medici, liberi professionisti, giornalisti e politici. Questo fenomeno di disinformazione assume quindi le caratteristiche di una pratica professionale, piuttosto che di un passatempo o di un culto. Inoltre, questi disinfluencers spesso traggono profitti economici dalle loro attività, sia online che offline, attraverso la vendita di prodotti, tessere associative o richieste di donazioni.

Un aspetto centrale emerso è il ruolo dei media tradizionali nel dare voce e amplificare le campagne di disinformazione nate online. Un caso particolarmente grave è stato quello di B.C., un troll online, il cui scopo è provocare altri utenti diffondendo notizie false, che è riuscito ad approdare sulla carta stampata, legittimando così le sue strategie di trolling e manipolazione. Inoltre, i talk show televisivi, con il loro carattere sensazionalista, forniscono agli influencers una fonte infinita di dichiarazioni da utilizzare per giustificare le loro narrazioni di disinformazione o per attaccare figure pubbliche.

È stato osservato che gli agenti della disinformazione spesso riprendono articoli o media accurati e li ricontestualizzano in maniera fuorviante e tendenziosa. Questa tattica, denominata "recontextualized media tactic", è risultata essere la più diffusa, persino più della creazione e diffusione di contenuti completamente falsi.

Infine, le nuove narrazioni di disinformazione si concentrano meno sulle teorie complottiste riguardanti i biolab e più sulla guerra in Donbass. Sebbene si parli meno di Covid-19, il tema dei vaccini continua ad essere molto presente.

Gruppi e influencer

Gli account più influenti nelle community filorusse variano tra blog di disinformazione, influencer individuali e gruppi organizzati. Questi account utilizzano strategie di clickbait per attrarre lettori e diffondere narrazioni sensazionalistiche. Molti di questi influencer non sono giornalisti professionisti ma si autodefiniscono tali, contribuendo alla diffusione di teorie complottiste e disinformazione a sfondo politico.

Piattaforme social

Le piattaforme social studiate presentano diverse peculiarità nella diffusione della disinformazione:

  • Twitter: Caratterizzato da un alto tasso di attività giornaliera degli account target, con un utilizzo significativo di emoticon e simboli identificativi come la bandiera russa.
  • Facebook: Facilita la formazione di community estese grazie alla funzione di traduzione automatica e alle interazioni cross-linguistiche.
  • Telegram: Con la sua elevata tutela della privacy, permette la pubblicazione di contenuti sensibili non ammessi sugli altri social media.

Media Tradizionali

Un caso significativo riguarda un influencer filorusso (B.C.) che, pur mantenendo l'anonimato su Twitter, collabora con un quotidiano nazionale italiano, utilizzando la sua piattaforma per legittimare narrazioni complottiste e disinformative. Questo esempio dimostra la connessione tra disinformazione online e media tradizionali, con talk show televisivi che spesso forniscono materiale sensazionalistico ripreso e amplificato sui social media.

Narrazioni

Le narrazioni filorusse si adattano continuamente agli sviluppi della guerra in Ucraina, mantenendo alcune tematiche persistenti:

  • La NATO è ritenuta responsabile dello scoppio della guerra.
  • Il governo di Kiev è descritto come un regime nazista autore di un genocidio contro i russofoni.
  • La guerra in Donbass è rappresentata come una guerra civile piuttosto che un conflitto interstatale.

Queste narrazioni cercano di giustificare l'operazione militare russa e di delegittimare il governo ucraino, presentando la Russia come difensore dei diritti umani e della sicurezza nazionale.

Tattiche di manipolazione dei media

Tre principali tattiche sono state identificate nella diffusione della disinformazione:

  1. Recontextualized media: Articoli e dichiarazioni vengono decontestualizzati e inseriti in nuove cornici narrative per supportare la propaganda.
  2. Advertising: Pagine e account filorussi pagano per sponsorizzare contenuti disinformativi su Facebook, aumentando la loro visibilità.
  3. Quoting: Utilizzo strategico di citazioni di personaggi autorevoli per conferire credibilità alle narrazioni di disinformazione.

Queste tattiche mostrano come la disinformazione non si limiti alla creazione di contenuti falsi, ma spesso si avvalga di contenuti autentici recontestualizzati per adattarli alle proprie narrazioni.

La ricerca evidenzia la sofisticazione delle infrastrutture di disinformazione filorusse in Italia, che combinano piattaforme digitali, media tradizionali e strategie di manipolazione mediatica. La comprensione di queste dinamiche è fondamentale per sviluppare contromisure efficaci e per proteggere la democrazia e la sicurezza nazionale dagli effetti deleteri della disinformazione.

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