Nel dibattito sulla situazione in Ucraina, sono emerse varie affermazioni seguite da smentite o controargomentazioni, che evidenziano quanto sia complicato districarsi tra i fatti e le diverse interpretazioni. Ecco un riassunto più diretto di queste dinamiche:
C'è stata parecchia discussione su come la NATO si sia espansa negli ultimi anni, nonostante sia atato affermato che ci fossero state promesse fatte alla Russia all'inizio degli anni '90 che ciò non sarebbe accaduto. Durante le trattative sulla riunificazione tedesca, si dice che ci siano state delle promesse fatte all'URSS, ma queste non erano formalizzate con trattati ufficiali. Insomma, è un po' come dire che c'erano aspettative, ma nulla di scritto sulla carta.
La questione si complica quando si parla di come l'avvicinamento della NATO ai confini russi possa essere visto come una provocazione. Travaglio ha tirato fuori il punto su come, secondo lui, questo abbia contribuito alle tensioni attuali, mentre Campochiari ha fatto notare come la NATO, in realtà, abbia ridotto la sua presenza militare negli anni, a differenza della Russia che ha fatto il contrario.
Quando si è diffusa la voce che la Russia stesse per invadere l'Ucraina, molte persone non ci hanno creduto, pensando fosse solo una fake news. Purtroppo, queste preoccupazioni si sono rivelate basate su evidenze concrete e movimenti di truppe osservabili via satellite e si sono conlcuse con l'effettiva invasione.
Il ruolo dei media in tutto questo è piuttosto delicato. C'è chi critica una certa unidirezionalità nella narrazione del conflitto, che potrebbe influenzare la percezione pubblica. La sfida sta nel fornire un giornalismo che copra le diverse angolazioni della storia, sottolineando l'importanza di controllare i fatti e comprendere il contesto storico e geopolitico.
Travaglio ha affermato che ogni nuova adesione alla NATO da parte di un paese, significhi automaticamente piazzare missili nucleari nei suoi territori. Ma le cose non stanno proprio così: l'adesione alla NATO non significa l'installazione obbligatoria di armi nucleari e la politica nucleare dell'Alleanza non è cambiata di molto negli ultimi anni, come ha fatto notare Mirko Campochiari con i dati fattuali.